domenica

Le vicissitudini di Goldoni per dare valore alla propria opera

_ " La locandiera" venne rappresentata al teatro Sant'Angelo di Venezia il 26 dicembre 1752,quasi allo scadere dei cinque anni trascorsi dal Goldoni in qualità di poeta di compagnia di Guglielmo Medebach.Da dieci mesi _esattamente il 15 febbraio _Goldoni ha in tasca il contratto con cui si impegna ad assumere,a partire dal primo giorno di quaresima del 1753,il ruolo di poeta di compagnia al teatro di San Luca,di proprietà della nobile famiglia dei Vendramin,con l'obbligo di fornire otto commedie nuove all'anno dietro un compenso di seicento ducati:centocinquanta in più del precedente impegno con il Sant'Angelo. La rottura con il Medebach _con il teatro e la compagnia con i quali aveva realizzato la cosiddetta riforma e vissuto nel 1750-51 la straordinaria stagione delle commedie nuove _trova la sua causa non solo in un naturale ed inevitabile usurarsi dei rapporti dopo tanti anni di così assidua convivenza,ma anche in un paio di più precise e circostanziabili ragioni. All'origine, forse,vi è la delusione provata quando il Medebach gli aveva proibito di sfruttare editorialmente le proprie opere ,con il pretesto che quelle erano state scritte per la sua compagnia,e dunque gli appartenevano a tutti gli effetti .Era il 1751:Goldoni era uscito stanco,malato e bisognoso di danaro dal faticoso tour de force delle sedici commedie (il doppio di quelle previste dal contratto )per le quali _giova sottolinearlo_non aveva ricevuto un soldo in più del pattuito.Questo comportamento ingrato ed ottuso lo aveva profondamente ferito,ma egli aveva reagito secondo la sua indole pacifica e poco avvocatesca:<< dovevo ancora lavorare con lui parecchio tempo e non potevo ,o meglio non potevo ,trovarmi in causa con delle persone che avrei dovuto vedere di continuo ;amavo troppo la pace per sacrificarla all'interesse>> ((1) Nota dell' Editore :Vedere ' Mémoires ',parte II,capitolo XII,in 'Tutte le opere di Carlo Goldoni' a cura di Giuseppe Ortolani ,volume I,pagine 294-95).
Si accontentò pertanto del permesso di pubblicare per i tipi di Bettinelli non più di un volume all'anno,con il che il Medebach riteneva forse di aver legato a sé il Goldoni per la vita.Di fatto ,il Goldoni non farà che attendere la scadenza del suo impegno con il Sant'Angelo per correre a Firenze a trattare con il Paperini 'stampatore assai accreditato e gran galantuomo' ((2)Nota dell'Editore: Idem,in opera citata,p.318) ,l'edizione in dieci volumi delle proprie commedie.
Il Medebach e il Bettinelli ricorreranno ad amicizie influenti per far vietare l'introduzione dell'edizione straniera nel territorio della repubblica di San Marco,ma questo non impedirà ai cinquecento sottoscrittori veneziani dell'opera di ricevere puntualmente i volumi man mano che uscivano dai torchi:<< si era trovato sulle rive del Po un rifugio per depositarli :una compagnia di nobili veneziani si recava ai confini e li introduceva di contrabbando nella città di Venezia,dove venivano distribuiti sotto gli occhi di tutti;poiché il Governo non si occupava di una faccenda come questa ,più ridicola che interessante.>> ((3) Nota dell'Editore :Idem ,in opera citata ,p.319) _
Da Carlo Goldoni "Le baruffe chiozzotte-La locandiera" ,Fabbri Editori ,1995

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