lunedì

Parole "universali" ?Abbassare l'età per decidere in politica?Di cosa si parla?

I progetti europei per i giovani...
Tra questi progetti quello di incontrarsi e parlare dell'essere europei.
Come gestire il fatto di essere in Europa.
No, più contemporaneo,come non superare le differenze e trovare un modo per farsi comandare.
No ,neanche:trovare modi per mettersi d'accordo.
Possibilmente rimanendo nell'ignoranza del senso,di ciò che implicano certe parole "universali":tipo matrimonio.
Praticamente in molte realtà fino a quando per potere vivere una relazione non si accetta di sposarsi ,non si sa in che cosa consiste.E comunque si sa solo in cosa consiste quel matrimonio.
E famiglia.
E matrimonio e famiglia.
E perché ad alcuni spaventa l'idea di unioni senza figli e senza prospettiva di averne,né di adottarne.
E perché se si parla di matrimonio mi chiedo :ma perché ha tutto questo significato il matrimonio? E chi segue il programma e tratta questo tema mi diceme lo chiedo anch'io".E ,tecnicamente rimarco che lo traduco ,altrimenti le persone senza pregiudizi diranno che si parlava in italiano ,perciò ,anche se non in qualche nobile dialetto,in un linguaggio verbale semplice per me.E quindi ho avuto l'appoggio in questo dubbio da una persona come me. Rimarco inoltre ,stavolta non per rappresentanti di alcuni settori ma per chi vi si avvia o vi è per ora ,cioè per ricercatrici e ricercatori non in linguistica ,che "persona" è riferito sia a interlocutrici che a interlocutori.
E che ,questo per gli specialisti rappresentanti della cultura alta ,non prendo ad esempio il linguaggio della presentatrice del format italiano di confronto tra costumi anche sessuali e socio relazionali delle ragazze e dei ragazzi,quando parlo di "uomini" e "donne" .
Vorrei scrivere esattamente di ciò che intendo e certe formule vaghe,interpretate alla lettera non mi piacciono neanche nei discorsi.Quindi se troverò definizioni migliori le utilizzerò,altrimenti per genere e sesso e "maturità".
Vorrei anche usare il termine "uomini" ,o maschili delle professioni per includere sia uomini che donne nel discorso,ma quando ho provato ci sono state repliche del tipo "Se non ti trovi bene con uno specialista uomo rivolgiti ad una specialista donna". Letteralmente.
Idem per "persone" per indicare solo donne,in quanto in quel caso si dava per sottinteso che avessi tutte interlocutrici perché nella mia vita secondo la mia formazione contesto e modo in cui dovevo essere donna ,per le interlocutrici meglio predisposte e più colte del mio ambiente di provenienza ,la norma ,se posso avere momenti di confronto,e non mi viene "sconsigliato" persino quello,sono interlocutrici e non interlocutori,compagnia femminile e non compagnia maschile.
Ma ritorno al tema delle domande,e alle domande.
Perché imporsi per sposarsi?
Perché perorare la causa dell'estensione del diritto di matrimonio?

Marianna Bonina

domenica

La tassazione del reddito familiare contro il reddito individuale

7 settembre 2012 La tassazione del reddito familiare contro il reddito individuale
di Marianna Bonina

Il tema del quesito che mi sono posta non è il costo del lavoro ,ma le ricadute ,in termini di maggiorazione delle tasse complessive delle /dei cittadini, del lavoro contrattualizzato,con trattenute e/o previdenza, occasionale o comunque non garantito tutto l'anno per il nucleo famigliare a cui le persone che lo svolgono afferiscono ed eventualmente quali sono i vantaggi ,o il senso,del dovere fare nucleo a se stante ,"staccarsi" dal nucleo famigliare d'appartenenza in questo caso dal nucleo fiscale,per quanto riguarda le tassazioni sui redditi lordi da lavoro e su eventuali altri redditi di ciascuna persona/contribuente. E se questa è applicabile ai coniugi oppure no il fare nucleo fiscale ciascuno a se stante.
In realtà ,dalle informazioni che ho preso in esame ,i redditi da lavoro ,anche in Italia come in altri Paesi europei ,sono tassati separatamente ,quindi come se la tassazione complessiva non incidesse fiscalmente sullo stesso nucleo familiare.
Non ho trovato ,per il momento ,studi attendibili sull'incidenza della tassazione del lavoro occasionale o discontinuo
perché a chiamata,o svolto con partita iva in vari settori dal lavoro atipico fino al commercio e alle professioni.
Nel caso dei dati presi in esame ,dipende dalal situazione socio-culturale di un Paese ,se la tassazione su più redditi da lavoro condiziona la scelta di lavorare o meno. In Italia condiziona.
Mi chiedevo,nel caso della tassazione applicata sui redditi percepiti da persone non in una coppia coniugata o convivente ,ma a carico di un singolo o di una coppia , se in Italia,con molte varianti, la tassazione condiziona l'ingresso nel mondo del lavoro “in regola” Stato prevede riduzioni delle tasse dei redditi dei e delle contribuenti solo se si "staccano" dal nucleo familiare,perché lo Stato svantaggia chi lavora con contratti anche se brevi ,occasionali ,anche se alla fonte il reddito da lavoro con contratto è tassato e prevede il versamento di contributi di previdenza sociale o ad specifici enti per la previdenza sociale di settore anche nei casi di esigui redditi orari da lavoro se la o il contribuente fanno parte di un nucleo familiare fiscale?

La mia proposta sarebbe invece di avvantaggiare quei nuclei in cui almeno tutti i maggiorenni ,se non anche i minorenni che possono già svolgere delle ore di lavoro oltre all'obbligo scolastico,lavorano :part time ,saltuariamente,full time a tempo determinato,con partita iva anche se con poco lavoro,con contratti di scrittura artistica (svolgendo attività con ingaggi anche di minori ancora bambini/bambine in ambito artistico,musicale,ad esempio) ,con contratti per lo sfruttamento delle opere d'ingegno (pubblicazione,diffusione ad esempio).

Un ulteriore quesito è come avvengono realmente le tassazioni dei redditi familiari in questi ultimi esempi ,soprattutto nei casi di minori che devono essere "aggregati" a un nucleo familiare e fiscale fino alla maggiore età ?

Allo stato attuale ho letto dati e interpretazioni sul lavoro dipendente e spesso riferito a donne coniugate o conviventi in rapporto al lavoro svolto dal marito o convivente ,senza che fosse specificato se il lavoro delle donne e il lavoro degli uomini avesses durata indeterminata o determinata.

Le ipotesi ,o le realtà ,dei sistemi di tassazione fondati sul reddito familiare piuttosto che sul reddito individuale, si basano sul concetto che si riducono le imposte per le famiglie monoreddito e si aumentano per le famiglie che hanno più redditi da lavoro ,intendendo la percezione di redditti da più persone che lavorano.
Il problema che pongono questi sistemi di tassazione è che disincentivano l'occupazione del componente “più debole”,cioè quello che guadagna o guadagnerebbe di meno .Perché tassando con una progressione familiare e non individuale ,il reddito aggiuntivo sarebbe più tassato.
L'attribuzione della definizione di componente “più debole” alla donna di una coppia ,dovrebbe derivare dal fatto che si considera ,in vari ambienti dell'economia e dell'amministrazione, preponderante il fenomeno per il quale le donne hanno più difficoltà degli uomini a trovare lavoro o a crearselo o ad affermarsi nella propria professione,e che la difficoltà generale di trovare lavoro a tempo parziale ,che pare ,dallo studio che ho preso a riferimento,sia l'obiettivo di molte donne perché in base a schemi culturali la maggior parte del lavoro domestico ancora ricade sulle donne,che però sono tra coloro che tramandano a loro volta questo modello ,imponendo l'obbligo del lavoro domestico alle figlie ,se ve ne sono in una famiglia , piuttosto che ai figli .
La questione è che la tassazione su un reddito da lavoro aggiunto ,opzionale,al totale dei redditi familiari,più ridotto di quello svolto spesso dagli uomini, è che viene tassato come un altro lavoro ,in quanto in Italia ,la somma dei redditi da lavoro in un nucleo familiare è composta da ciascun reddito senza riduzioni,ogni lavoro è considerato separatamente nelle imposte familiari,e quindi è un motivo per cui le donne vengono dissuase dal lavorare fuori casa ,o a non svolgere lavori nel sommerso.

Una altro esempio di confronti nel peso sulle imposte dal lavoro svolto da componenti con un lavoro più redditizio considerato indispensabile alla coppia o alla famiglia ,si riferisce sempre a donne coniugate o conviventi ,con o senza figli ,ma non a giovani ,ragazze o ragazzi ,che iniziano a lavorare ,anche per brevi periodi,e rischiano di pesare sulle imposte al reddito familiare svolgendo lavori con contratti occasionali o a tempo determinato o a progetto o di stage retribuito,che non permettono loro di essere indipendenti ,ma che comunque vengono considerati redditi dal fisco.La definizione del modello di suddivisione del valore lavoro secondo quanto al paregrafo precedente è detto “male breadwinner” (dall'inglese, letteralmente “maschio vincitore del pane”) perché appunto si considera che sia il coniuge o il convivente uomo in coppia con una donna ad avere il lavoro indispensabile per la sopravvivenza. Quello femminile è definito “female home-career” ,con una sorta di ironia, la “carriera femminile a casa”, negli interni ,fuori dalla vita economica e sociale .
Quando lavorano entrambi i componenti di una coppia si ha la definizione di “dual earner ” ,cioè il “guadagnatore duale” ovvero non un componente che svolge due lavori ,ma due componenti che lavorano e percepiscono redditi .
In questo caso è da valutare l'effetto dei sistemi di tassazione messi a paragone in Europa ,per redditi considerati separatamente o congiuntamente .
I parametri ai quali si fa riferimento sono stati stilati ed incrociati negli esempi di Daly e Klammer (2005) ripresi da Donati e Prandini (2008).Essi sono:tipo di tassazione (separato o unito,con le varianti dell' unito opzionale dell'Irlanda e separato o unito della Spagna);persona che guadagna il 67% del salario medio (2001) come secondo percettore e come singolo e il rapporto tra secondo percettore e singolo; persona che guadagna il 100% (2000) del salario medio come secondo percettore e come singolo e il rapporto tra secondo percettore e singolo;rapporto tra famiglia e tasse (2000);tasso di partecipazione al mercato del lavoro di madri in coppia (1999).
I dati presi in esame riguardano Austria ,Belgio,Danimarca,Finlandia,Francia,Germania,Grecia,
Irlanda,Italia,Lussemburgo,Paesi Bassi, Portogallo,Spagna,Svezia,Regno Unito.
Le imposte sono separate in Austria,Belgio,Danimarca,Finlandia,Grecia,Italia,Paesi Bassi,Svezia,Regno Unito.
In Irlanda ,come già specificato ,il sistema è prevalentemente unito,ma opzionale.In Spagna è indifferentemente separato o unito.
Le imposte sui redditi da lavoro sono unite in Francia,Germania,Lussemburgo,Portogallo.
Secondo Donati e Prandini (2008) non è un'esagerazione che i sistemi di tassazione condizionino la domanda di lavoro .
Aggiungo l'emersione o meno del lavoro sommerso.
Nel caso dell'occupazione femminile ,ma anche di figlie e figli maggiorenni a carico, le imposte determinano scientemente da parte di un dato sistema fiscale la possibilità dell' occupazione stessa ,secondo il modello del “male breadwinner “ o del “dual earner”.
Nell' Europa dei Quindici Stati,vi sono sia sistemi “neutrali” che sistemi “penalizzanti” rispetto al secondo reddito ,perché comunque il criterio pare che sia di considerare un sovrappiù che in una coppia convivente o coniugata ,con o senza figli ,più di una persona lavori,cioè che l'essere coppia implichi impicitamente il mantenimento di uno dei due componenti ,spesso la donna, oltre che la prole se convivente ,o dedita allo studio,anche se maggiorenne.
In realtà ,in pratica ,i fenomeni che si verificano nei nuclei identificati sotto la dicitura di famiglie sono molto più vari e dinamici.Essi dipendono dalla necessità di maggiore reddito;dalla necessità di autonomia individuale e dal collegamento culturale tra l'autonomia economica e la libertà di agire e la progressiva deresponsabilizzazione dei tutori nei confronti dei giovani ,tra la fine della loro minore età e la loro maggiore età.
Per quanto riguarda la situazione delle coppie ,non ho trovato informazioni se essa varia secondo che ci sia un accordo matrimoniale o una convivenza documentata,però,ritornando ai sistemi di tassazione ,la neutralità implica che il secondo reddito sia tassato come se il singolo reddito fosse maggiore .
Però anche in questo caso ,è difficile che si possa prevedere il comportamento di un sistema perché vi sono valori che dipendono da quanto aggiunge il secondo reddito al reddito familiare complessivo.
Sulla base dei parametri di Daly e Klammer (2005) ,se il secondo reddito è due terzi circa del primo che dev'essere un reddito medio da lavoro a tempo pieno non qualificato o da tempo parziale qualificato ,allora i sistemi fiscali che si possono considerare neutrali sono quello finlandese ,svedese e greco (nonostante in quest'ultimo caso i recenti avvenimenti di politica ,anche economica, gettano delle ombre su quel sistema fiscale ) .
E considerate queste condizioni ,i sistemi “negativi” sono :italiano,irlandese,spagnolo,tedesco.
Quando si calcola un reddito equivalente al primo ,ai sistemi “neutrali” finlandese ,greco,svedese, si aggiunge quello francese. E ai sistemi “penalizzanti” italiano ,spagnolo,tedesco,si aggiunge il sistema belga .
Tuttavia ,secondo la lettura di Donati e Prandini (2008) ,alcuni Paesi incoraggiano il secondo percettore di reddito se a part-time e sono :Belgio,Francia ,Germania.Ma questa lettura mi sembra incongruente con le intepretazioni precedenti.
Non si tratta tuttavia di schemi correlati in modo proporzionale ad un'occupazione femminile elevata,se si prende questo target di popolazione a rappresentanza dei percettori di un secondo reddito familiare.
Se tra gli Stati a tassazione “neutrale” ed occupazione femminile elevata si considerano Finlandia,Portogallo e Svezia,ve ne sono altri come Danimarca e Germania in cui l'occupazione femminile è altrettanto stimabile come elevata ,ma che hanno una tassazione sui redditi familiari da lavoro,quando sono più di uno, che secondo questo schema dovrebbe dissuadere la domanda .
E' il contesto delle politiche sociali e del lavoro,erogazione di servizi per la prima infanzia e congedi, e della cultura familiare ,con i suoi paradossi non sempre ovvi, nel quale si inquadra la tassazione e l'occupazione femminile che fa la differenza nell'attendibilità di queste statistiche . Marianna Bonina

Bibliografia :Aa.Vv. Pari e dispari.Occupazione femminile,scolarità,congedi parentali,servizi per l'impiego............
Annuario 9 ,2004 ,Milano
Pierpaolo Donati,Riccardo Prandini ,a cura di ,La cura della famiglia e il mondo del lavoro.Un piano di politiche familiari.Osservatorio nazionale sulla famiglia ,sede Bologna ,2008,Milano

Questo è un link ad un articolo pubblicato sul sito lavoce.info successivamente:

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003353.html

venerdì

Bambine vaccinate di peso

Stavo leggndo il sito viaggiaresicuredel ministero degli esteri italiano e le vaccinazioni indicate come utili per prevenire alcune malattie:penso al vaccino contro l'epatite B indicato per prevenire la malattia che è prevalentemente a trasmissione sessuale e a quando questa vaccinazione è stata fatta ,in due o tre riprese,nella scuola media inferiore ,da ragazzina :io che avevo intuito o sentito che afferravano con la forza ,medici,infermiere e professori le e gli alunni che non volevano farsi fare il vaccino ma che avevo ricevuto la spiegazione che la puntura non era fatta con una vera e propria siringa ed era sul braccio,e la faccia cianotica di pianto di una mia compagna ,che non si"convinceva" a farsi fare il vaccino e lei presa a forza da un professore di una materia che detestavo e bloccata fino a quando le avevano terminato di violentare il braccio .Il professore che si avvicina a me che dovevo togliermi varie maniche di indumenti dato che c'erano stagioni che ero vestita pesantissima ,e che mi guardava mentre man mano emergeva la mia carne nuda e mi chiedeva "Anche tu non vuoi?" E io ,calma ,e non perché temessi di essere presa e bloccata "No,devo togliermi il braccio dalla manica" ."Sì ,ora vai" .Senza smettere di osservarmi mentre mi toglievo parte dei vestiti.E' stato uno di quei casi in cui il mio comportamento con certezza ha influenzato lo scatto di qualcuno pronto a prevaricarmi e per giunta sicuro che nessuno dei genitori di tutti noi alunni avrebbe neanche non sporto denuncia ,ma neanche detto niente a loro e a quelli dell'unità sanitaria locale. Che pena. Forse se fosse stato in un altro momento avrei detto che se quella compagna non voleva farsi il vaccino ,almeno in quel momento non potevano costringerla,o che avrebbero rischiato una denuncia se l'avessero costretta. così piccoli la prevenzione coatta delle malattie sessualmente trasmissibili .E la vita sessuale controllata in qualsiasi momento ,perché ragazze ,ma anche ragazzi,anche se meno,e succede anche nella Capitale questo controllo ,anche se non uniforme ,ma c'è questi adulti che si prendono la briga.E poi al momento della gravidanza e del parto ,le forche caudine,e segni ,tagli ,cuciture.In modo da decidere loro come fare usare il sesso alle donne.Ma questo già al momento della prescrizione della pillola contraccettiva ,in effetti :con medici da convincere neanche si trattasse della pillola del giorno dopo o di richiesta d'aborto. Spero che invece di predicare contro i numeri degli aborti ,o di indicare come unico riferimento per il controllo delle nascite (e il controllo da parte dello Stato della vita sessuale) i consultori ,certi ministri ,anzi ministre ,del welfare,e di tutti i settori ,cerchino di ottenere anche la contraccezione ormonale,oltre ai preservativi,disponibile senza prescrizione ,se non in macchinette fuori le farmacie ,almeno acquistabile senza obbligo di prescrizione .Che il sesso non è solo malattie.Marianna Bonina

martedì

Impiego femminile al sud Italia .Un campione.

http://www.vogue.it/en/magazine/editor-s-blog/2012/10/october-9th?utm_source=twitter&utm_medium=marketing&utm_content=blog "Al sud Italia l'occupazione non è femminile" .Articolo dello scorso settembre al quale rispondo con qualche osservazione :1-Dipende da che impiego si cerca o si cerca di avviare ;2-Dipende dagli studi e dal contesto sociale della giovane donna se nella fascia d'età presa in esame ,18-29 anni ,la donna lavora oppure no,e se si tratta di occupazioni definitive o no ,se si tratta di occupazioni con contratti vari ,di prestazione d'opera occasionale ,cioè pagato in ritenuta d'acconto,a progetto ,a tempo determinato, indeterminato ,con partita iva e in quale settore merceologico o professionale;3-Dipende dal come e dal perché cercare un lavoro :un esempio :al nord Italia non è considerato disdicevole che figlie e figli di professionisti e docenti universitari lavorino mentre sono studenti,e con lavori contrattualizzati anche se spesso non a tempo indeterminato perché spesso non sono i lavori che faranno tutta la vita o semplicemente perché svolgeranno gli stessi lavori in differenti contesti lavorativi .Al sud e in parte a centro,non si lavora finché non si ha la laurea ,sia perché si potrebbe trattare di lavori connessi con altri ambienti socali ,ad esempio una persona che studia per diventare professionista non accetterebbe né si aspetterebbe che le sua amiche accettino lavori mentre studiano ,o le classificano come persone o di altri ambienti sociali o con problemi socio economici ,e per essere classificate come tali basta che i genitori non siano due ,a causa di morte di uno o di divorzio o di coppia non convivente ,anche se socio-economicamente l'ambiente di provenienza della giovane donna è nella media o più elevato della media di un dato contesto sociale e geografico.4-Per accettare un lavoro non qualificato spesso viene inteso che il padre della giovane o non è in grado di mantenerla e di mantenere quelli che le ruotano attorno ,perché si deve costantemente dimostrare la capacità di potere "mantenere" anche altri ,oppure non c'è ,cosa socialmente disdicevole ;il ruolo anche di mantenimento della madre è considerato pari allo zero ,e quando c'è un ruolo lavorativo della madre c'è il rischio che i genitori dei ragazzi pensino che debba mantenere il ragazzo della figlia perché la accettano come pari livello di una ragazza con entrambi i genitori ma non ha la verve di un uomo ,di un padre ,e l'autorevolezza sociale per decidere come disporre di ciò che produce e possiede e di come gestire ciò in favore di una figlia quando ancora non lavora o anche quando lavorando c'è una relazione stretta ,ad esempio un matrimonio ,e i giovani uomini ,e le loro famiglie ,può capitare che pensino di potere disporre di ciò che produce e possiede la famiglia della ragazza per i motivi succitati.5-Per i motivi precedenti ,anche quando una donna di età superiore alla fascia di età presa in considerazione dalla ricerca pubblicata dal quotidiano alla quale fa riferimento il periodico Vogue ,la donna sarà sempre considerata come produttrice di reddito inferiore ,con poche capacità di mantenimento e libertà di decisione ,decisione connessa con il reddito e il produrre redditto o il gestire reddito ,caratteristiche ancora connesse e tramandate agli uomini.6-Da una zona all'altra del Paese ,per quanto esposto ,cambiano quindi anche le modalità di ricerca del lavoro ,quindi una giovane donna trasferita al nord dal su ,come soluzione o come trasloco dovuto ad altre circostanze ,ci sono ottime probabilità che resti disoccupata per anni prima di trovare un lavoro ,possibilmente quello ricercato.7-Il trasferimento altrove può implicare in positivo o in negativo la perdita di quelle condizioni in cui alcune qualità erano represse o ,al contrario,si erano sviluppate .C'è da valutare pro e contro situazione per situazione. Marianna Bonina